Il dibattito sull'istruzione acceso recentemente alla luce di fatti di cronaca riporta alla mia memoria la mia scuola media, la Felice Casorati di Pavia, ai tempi gestita con indomito orgoglio e ferrea italica disciplina dal signor Preside Pietro Marchetti.
A pensarci bene, con il senno di poi, è una storia agghiacciante, ma va raccontata.
Il suddetto dirigente scolastico ci obbligava ogni anno a cantare l'Inno della scuola media da lui composto e musicato dal prof. Mazzocchi, docente di musica.
La melodia, nonché l'ensemble, ripensati oggi, sembrerebbero la versione pediatrica di "fascisti su marte". Mancava solo il passo dell'oca, e sembravamo un raduno della GIL.
Questo lo stralcio di testo che ancora mi ricordo:
Inno della scuola media
Alto nel ciel folgorante brilla il sol
e l'augel nell'azzurro spicca il vol
Battono i cuor entro i petti con ardor
scuola di fervor tu ci prepari con amor
Studenti siam d'una scuola ch'è fermento
Pronti noi siam ad oprar con sentimento
Studio e lavor ci preparan mente e cuor
L'avvenire noi siam, ital popol di doman.
Succedevano cose così, caro Fioroni. Nessun media se ne occupava, nessun genitore protestava, nessun nonno partigiano denunciava, nessun telefonino riprendeva.
Signori, non era il 1932.
Era il 1985.
A pensarci bene, con il senno di poi, è una storia agghiacciante, ma va raccontata.
Il suddetto dirigente scolastico ci obbligava ogni anno a cantare l'Inno della scuola media da lui composto e musicato dal prof. Mazzocchi, docente di musica.
La melodia, nonché l'ensemble, ripensati oggi, sembrerebbero la versione pediatrica di "fascisti su marte". Mancava solo il passo dell'oca, e sembravamo un raduno della GIL.
Questo lo stralcio di testo che ancora mi ricordo:
Inno della scuola media
Alto nel ciel folgorante brilla il sol
e l'augel nell'azzurro spicca il vol
Battono i cuor entro i petti con ardor
scuola di fervor tu ci prepari con amor
Studenti siam d'una scuola ch'è fermento
Pronti noi siam ad oprar con sentimento
Studio e lavor ci preparan mente e cuor
L'avvenire noi siam, ital popol di doman.
Succedevano cose così, caro Fioroni. Nessun media se ne occupava, nessun genitore protestava, nessun nonno partigiano denunciava, nessun telefonino riprendeva.
Signori, non era il 1932.
Era il 1985.
Ciao.
RispondiEliminaNavigando in internet mi sono imbattuto nel tuo blog e, in particolare, in questo post.
Anch'io ho frequentato il Casorati esattamente in quegli anni e ho avuto Mazzocchi come insegnante di musica.
Ricordo benissimo questa sconcia canzonetta. Che vergogna!