sabato 8 settembre 2012

Vacanze 2012: ladin loving e la Linzer del rientro


Lunedì scorso sono rientrata  a lavoro dopo una (troppo breve) vacanza, tra catene montuose e catene unte... La montagna d'estate è bellissima.  Impagabile, direi. E se la montagna in sé è splendida, l'Alto Adige lo è ancora di più: adoro la cura e il rispetto che pervade ogni cosa, il senso del bello che trasuda da ogni elemento. L'ordine, il senso dell'equilibrio, il rispetto per la tradizione e la natura, la capacità di stare al passo coi tempi senza snaturarsi, il silenzio, i colori. Lascio parlare le mie cartoline anni '80 per raccontarvi la bellezza di questi posti.






E che dire del paradiso gastronomico altoatesino ? Se non fosse stato per le provvidenziali ore di camminate su e giù per i monti e per i fine giornata in spa, sarei potuta rientrare in città evitando l'Autobrennero, semplicemente rotolando a valle fino all'incrocio dei pali con la Serenissima. In quanto a sostenibilità ambientale, un rientro ecocompatibile.
Ebbene sì, é stato un impegnativo "tour de fork" di cucina ladina, a base di dolci, patate e soprattutto maiale affumicato (a colazione, pranzo e cena).
Certo, non mi sono potuta permettere un tavolo al St Hubertus, ma un piccolo assaggio in chiave molto "pop" della cucina di Norbert Niederkofler mi è stato possbile: Tortelli ripieni con paté di speck e ricotta di bufala su fondo di fagioli risina e aceto balsamico, una proposta gourmet concepita dallo chef stellato per uno dei rifugi dell'altopiano.

Il rientro è sempre duro, si sa. Appena tornata a casa, ho spalancato le imposte con il profumo di pino mugo ancora nelle narici e mi sono ritrovata di fronte un edificio oggettivamente brutto e scrostato, dove ogni inquilino ha scelto tende da sole della forma e del colore che cazzo gli pareva. Era lì anche prima della partenza, certo. Ma mi ha riportato in città con la grazia di un calcio in bocca.
Dopo giorni di prati verdi, gerani rossi, petunie fuxia, muri bianchi e travi in legno, a tre minuti dal rientro avevo già la bilirubina alle stelle. Se solo ci fosse nelle nostre città un decimo di quella cultura del rispetto e del senso estetico altoatesino, potremmo dirci fortunati.

Per non rischiare di dimenticare le vacanze, non manco mai di lasciare i luoghi di villeggiatura con una valigia di souvenir alimentari. Chissà se lo spaccio di kaminwurz è reato... Torno a casa con una voglia folle di cimentarmi in qualche piatto tipico. Quest'anno toccherà a canederli, gulash, minestra d'orzo... Fortuna che l'inverno è lungo, verrebbe da dire.

Per iniziare, intanto, vada per una Linzer, con la ricetta dell'immancabile Valentina (grazie!) e la confettura di mirtilli rossi presa in montagna. Come prima prova direi buona, ma da perfezionare nel manifacturing. Io e la pasticceria, si sa, andiamo poco d'accordo.

Cosa serve

250 gr di nocciole pelate e tritate abbastanza fini
250 gr di burro (compreso quello per la teglia)
250 gr di farina
250 gr di zucchero
250 gr di confettura di mirtilli rossi
1 uovo
1 bustina di lievito vanigliato
1 pizzico di sale
zucchero a velo per spolverare la crostata




Il come ho fatto ve lo risparmio perché, a onor del vero... la crostata l'ha fatta il Bimby in un paio di minuti. Dopo aver tritato le nocciole in 7 secondi a velocità 8, ha impastato tutto il resto in 30 secondi a velocità 3. Io mi sono limitata ad assemblarla, manco benissimo, e ad infornarla per 50 minuti a 180°. Ho usato poco di più di due terzi dell'impasto per il fondo, il rimanente per le losanghe superiori, appoggiate alla composta di mirtilli.

sabato 1 settembre 2012

Pensieri stupendi e la "capatouille"


Anche agosto è passato. Ho un anno in più, tre chili in più e poca, pochissima voglia d'inverno. Alla faccia di tutti coloro che agognano da settimane il fresco. Da ieri piove e ne ho già le palle piene.
Come ha già raccontato quel mito di Valeria qui, ad agosto come lei compio gli anni e quest'anno, per il mio compleanno, sono stata ricoperta di graditissimi giocattoli, principalmente per la cucina. E' stato svaligiato Soufflé, complice l'attentissima Patrizia. Sarà quindi un divertente esercizio per le prossime settimane, quello di ringraziare tutti i miei amici per il pensiero stupendo che mi hanno riservato, mostrando loro quale destino sia stato riservato ai fantastici attrezzi.
Comincio oggi proprio da Valeria e da un composito gruppo composto da Giancarlo, Maurizio, Monica, Roby, Seba, Stefy. E' della prima l'idea del volume di Guido Tommasi, preso proprio da Soufflé. E' La cucina delle verdure: una grafica bellissima e un taglio semplice e didattico, poiché è di una collana dedicata ai corsi di cucina.
Il gruppo di amici, quelli delle invernali "domeniche del porco", hanno pensato invece a coloratissime cocotte Le Creuset. Gli amici del porco, tutti con una spiccatissima vena artistica, hanno accompagnato le cocottes con un fotomontaggio... la mia faccia applicata a Colette di Ratatouille. Era fatto così bene che ci ho messo qualche minuto ad osservare che la faccia fosse proprio la mia. Ad un certo punto ho detto: Ma Colette non aveva gli occhiali... Oh-oh... quella non è Colette ! Da spataccarsi. La mia compagna di banco in ufficio, quando ha visto la composizione, non riusciva a smettere di ridere.

Il combinato disposto dei due pensieri (e del fotomontaggio) ha dato origine ad una... capatouille en cocotte. No, non è un refuso. Solo che non avevo voglia di olive e capperi, quindi non poteva essere una caponata. Ma non avevo voglia nemmeno di pomodoro, quindi non poteva essere ratatouille. Dunque, un po' di verdure con tanta cipolla  semplicemente arrostite per un'ora al forno, con basilico, sale, pepe, olio evo e qualche pinolo danno vita alla... capatouille.

Cosa ho usato
2 cipolle di tropea grandi
2 peperoni gialli
2 peperoni rossi
2 melanzane striate
5 zucchine
4 spicchi d'aglio
foglie di basilico
qualche pinolo
sale pepe e olio evo abbondante

Come fare
Tagliare le verdure a tocchetti di dimensioni proporzionate alla loro consistenza (più grandi le più tenere, più piccole le più consistenti).
Mettere tutto in una teglia (o in cocotte) con abbondante olio, pepe, pinoli e basilico e cuocere in forno a 200° già caldo, rigirando di tanto in tanto.
A fine cottura salare. E' buona anche fredda.

A breve vi racconto della mia settimana in montagna. Il pretesto per farlo... è in forno.