venerdì 18 aprile 2014

Warm and cosy coq au vin






Ho una passione per i libri di cucina inversamente proporzionale allo spazio che ho per tenerli. Li sfoglio ogni sera, prima di andare a dormire. Quando sono così stanca da non riuscire a leggere nulla, mi limito a "guardare le figure", come dicono i bambini. Ecco perché non compro libri di cucina senza fotografie. Anzi, se le foto sono il doppio delle ricette meglio. Parlo di foto di cibo e styling, e basta.
Cara generica non meglio precisata foodwriter, per intenderci, farei volentieri a meno delle foto di tuo marito e dei tuoi figli, delle tue amiche, delle loro barche e della pubblicità gratuita - pagata due volte - a Ralph Lauren. 
Compro libri, li sfoglio, li presto, li coccolo, li riempio di post-it con l'idea di provare qualcosa. E poi non faccio praticamente mai nulla.

Ho recentemente scoperto che in questa sindrome ossessivo compulsiva sono meno sola di quanto credessi. C'è lo Starbooks blog che - a differenza mia - le ricette le prova. Anzi, le viviseziona. Un altroconsumo dei ricettari, insomma. Ideona così banale da essere geniale.
Starbooks ha un duplice pregio: il primo - con Starbooks ufficiale - è testare l'affidabilità dei ricettari (spesso delle gran sòle, diciamocelo). Il secondo - con Starbooks redone - darmi un pretesto per eseguire almeno una ricetta dai quintali di libri che compro.

Eccomi dunque ad affrontare il mio primo Starbooks Redone con una ricetta da Home cooking made easy, uno dei favolosi libri dell'altrettanto favolosa Lorraine Pascale, il mio vero mito. Semplicemente, l'adoro. Manco a dirlo, ho tutti e quattro i suoi libri, comprati appena usciti, in lingua originale.
E da Home cooking made easy ho scelto il Warm and cosy coq au vin, caldo e accogliente come un abbraccio - dice l'autrice.

Warm and cosy coq au vin
di Lorraine Pascale (Home cooking made easy, ed. originale 2011)
per lo Starbooks Redone

La ricetta per 4

15 g porcini secchi
olio per rosolare
farina per infarinare
sale e pepe macinato fresco
8 pezzi di pollo, cosce e sovra cosce
140 g pancetta a pezzi
8-10 scalogni
timo fresco
rosmarino fresco tritato fine
una foglia di alloro
1 spicchio d'aglio schiacciato
150 g di champignon nocciola a fette
2 cucchiai di farina
550 ml di buon vino rosso
400 ml di brodo di pollo
1 carota, pelata e tagliata a bastoncini
1 manciata di prezzemolo tagliato grossolanamente

Ammollare i porcini 20' in acqua calda, poi scolarli tenendo l'acqua da parte.
Tritarli grossolanamente. Scaldare un po' d'olio in una pentola per rosolare. Nel frattempo, aromatizzare la farina con sale e pepe e infarinare il pollo. Farlo rosolare in padella finché si tosta da tutti i lati, poi metterlo da parte in un piatto. Nella stessa pentola rosolare la pancetta, poi aggiungerla da parte al pollo.
Nella pentola rosolare per un minuto gli scalogni, aggiungere timo rosmarino, alloro, aglio e i funghi champignon. Farli cuocere finché iniziano ad ammorbidirsi, aggiungendo olio ulteriore se necessario. Aggiungere due cucchiai di farina, mescolare e tostare, aggiungendo gradualmente sia il brodo che il vino. Una volta che tutto il liquido è stato aggiunto, aggiungere il pollo, la pancetta e i porcini. Cuocere per 20-25 minuti (sino a 40 se i pezzi sono grandi) o finché i succhi interni del pollo risultano chiari quando lo si buca. Dieci minuti prima della fine cottura aggiungere le carote.
Se il fondo di cottura risultasse troppo asciutto, togliere il pollo e farlo restringere; se fosse troppo secco, usare l'acqua dei porcini per allungarlo.

NOTE

Non avete idea della fatica che ho fatto ad eseguire una ricetta esattamente come richiesto, senza metterci del mio. Unica variazione ho usato le cipolline fresche anziché gli scalogni.
Per la cottura ho usato una cocotte in ghisa da 26.
Cosce e sovracosce di media grandezza, senza pelle.
Una volta versati i liquidi, ho alzato il fuoco e li ho portati a bollore prima di aggiungere la carne.
Il tempo di cottura per la mia esperienza è stato di 40 minuti, tutti a fuoco vivace nonostante la cocotte in ghisa e a pentola aperta.
Diversamente, credo che il liquido sarebbe risultato troppo abbondante.
Consiglierei di ridurre di 100 ml i liquidi per una cottura a fuoco lento e comunque di sostituire 100 ml tra brodo e vino con 100 ml di acqua dei funghi (è un peccato vada sprecato tutto quell'aroma).

A parte una RISERVA per l'equilibrio delicato e da aggiustare (a mio avviso) tra quantità di liquido indicata e tempi di cottura, la ricetta è PROMOSSA. Non è per nulla difficile, i passaggi ben descritti, regala soddisfazione. Nel libro mancano i tempi. Io ho impiegato 1h 40'.

sabato 5 aprile 2014

Le penne di farro al gratin e i miei flop in versione integrale


Per cercare di tener fede alla promessa che ho fatto tempo fa, ossia quella di raccontare a puntate qualche spunto dal libro di Heidi Swanson Super Natural Cooking, dopo l'antipasto ho preparato un primo. Un gratin di pasta di farro integrale.

Esplorare una vasta gamma di cereali (e granaglie)

La prevalenza di mercato di prodotti "bianchi", raffinati, si deve storicamente a necessità industriali. Privare un seme della parte più viva ha consentito di proporre prodotti con una vita di scaffale più lunga, a più basso deperimento e idonei a cotture più brevi.
La possibilità di recuperare le parti di crusca e germe, usando prodotti integrali che sono diventati facilmente reperibili, permette di reintrodurre nell'alimentazione elementi "potenti promotori di salute". Heidi suggerisce di variare, usando quinoa, amaranto, miglio, avena, orzo, farro...

I miei approcci con il mondo dell'integrale e con le varietà di granaglie sono stati timidi e in salita.
Qualche esempio.
2006. Riso rosso selvatico di altromercato.
Rientrai una domenica mattina dopo il mercatino di terre ribelli con la scatola in borsa.
Misi il riso a cuocere. Erano le 13:45. Avevo fame.
Dopo quaranta minuti a sorvegliare una pentola che schiumava violetto, sporcando tutti i fornelli senza che i chicchi avessero dato segno di ripresa, decisi che era ora di un hot dog.
2010. Quinoa.
Ero stata ad un seminario di yoga all'aperto. Una amica aveva portato un'insalata fredda di quinoa. Decisi di provarla, la settimana successiva. Ma non sapevo che andasse risciacquata prima dell'uso, per levare la saponina. L'idea era di preparare un taboulé, ne uscì uno splendido cous cous al dixan.
2012. Pane di semola di grano duro integrale.
Presa la ricetta di Sara Papa e sostituita la semola bianca con quella integrale. Così, tout simplement.
Un pane indimenticabile. L'ho conservato. Ancora oggi lo uso da fermaporta nei giorni di vento.
2013. Farina di grano saraceno.
Volevo fare le galettes. Con una ricetta trovata non ricordo dove. Più che crespelle, ne uscirono delle fantastiche spugnette leggermente abrasive, perfette per pulire delicatamente l'inox.

Ho capito.
Cinquanta minuti per un riso bollito non sono compatibili con il mio stile di vita.
Trenta esperimenti per cavar fuori un pane decente 100% integrale non ho la pazienza di farli.
Uso quasi esclusivamente farina zero di farro. E poi ho deciso che, per me, il compromesso è la pasta.
Da tempo compro principalmente pasta integrale o semi integrale, di farro o di kamut.
Me ne piace il gusto, ruvido e saporito.
Opto invece su pasta raffinata quando incappo in pastifici capaci di prodotti di qualità; Setaro è tra i mei preferiti. O ancora, quando cerco formati "strani" che non sono disponibili nelle versioni integrali.

Pasta integrale di farro al gratin con radicchio e caprino
Per 6 cocottes

300 g di pasta integrale di farro
3 cespi di radicchio tardivo
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai d'olio extra vergine
50 ml di vino bianco
150 g di formaggio di capra a pasta semidura, grattugiato grossolanamente
sale e pepe

Preriscaldare il forno a 180°.
Mettere a cuocere la pasta in acqua salata, scolandola un solo minuto priam del tempo indicato.
Nel frattempo scaldare una padella con olio e aglio, scottare velocemente il radicchio tardivo a tocchetti, sfumare con due cucchiai di vino.  Deve essere un'operazione molto rapida.
Una volta scottato, spegnere il fuoco, salare e pepare.
Scolare la pasta, mescolarla al radicchio e disporre nelle cocottes, aggiungendo un cucchiaio scarso di vino e ancora un accenno d'olio se la pasta risultasse troppo asciutta.
Cospargere con il formaggio ogni cocotte, pepare ancora leggermente e gratinare una decina di minuti prima di servire.

...e con questa, salutiamo davvero il radicchio. Benvenuti asparagi (anche se vi detesto) !