martedì 1 novembre 2011

Dei sepolcri e del brasato con polenta


Il pranzo dei giorni festivi a casa di mamma richiama giocoforza momenti e piatti autunnali o invernali. Non credo ci sia una mamma meritevole di passare alla storia per l'insalatona con il tonno in scatola, suvvia. Sì, insomma... le mamme in cucina diventano famose per quei piatti fumanti e aromatici, quelle cotture lunghe che difficilmente ti metteresti a fare. Forse a Napoli la genovese, a Pavia la trippa, per esempio... La cucina della mamma è comfort food.
E di comfort food ce n'è proprio bisogno il primo di novembre, dopo il tour ufficiale per sepolcri. Un rito collettivo a cui mi sottopongo esclusivamente per rispetto alla mia genealogia passata e presente ma che trovo volgarmente pubblico e consumistico, alla stregua di San Valentino. Lo dico da vivida sostenitrice della Legge 130/2001, in particolare dell'art. 3 commi c ed e (rispettivamente diritto alla dispersione o affido familiare delle ceneri), convinta che gli affetti non debbano avere date, luoghi e tariffe comunali per essere celebrati o ricordati, e che la cosa sia un fatto estremamente privato.

Per fortuna, dopo l'escursione al monumentale, a casa di mamma c'è un favoloso brasato con polenta. Il salto tra le due tematiche è un po' poco lubrificato, mi rendo conto, ma tant'è. D'altro canto non sarebbe latte e fiele.


Come mamma ha preparato il brasato


Ha utilizzato un pezzo di manzo piemontese, un girello di spalla. Ha rosolato in pentola con olio un po' di cipolla, carota, sedano (tritati molto gossi). Ha aggiunto una garzina con alloro, rosmarino e chiodi di garofano; ha sigillato la carne in quel battuto, sfumando con un po' di vino rosso e aggiungendo in seguito un po' di passata di pomodoro e del brodo, preparato con il mio dado di carne, fatto in casa.Poi ha chiuso la pentola a pressione e se ne è parlato un'ora e dispari dopo.Questa fase per me resta un mistero. Le pentole a pressione mi fanno una paura fottuta. Irrazionale, lo so. Ma per me non poterne governare il contenuto, non poter mettere il naso nella casseruola mentre qualcosa cuoce è una tortura cinese. Le cotture a pressione per me restano un grande black hole.A cottura ultimata ha tolto la carne, preparando il sugo di accompagnamento. Ha tenuto da parte metà del fondo di cottura in pezzi e ha frullanto l'altra metà con il minipimer, allungandolo con un filo d'acqua bollente, poi ha unito il tutto e lo ha versato sul brasato.Nel frattempo abbiamo preparato la polenta. Siccome anche le mamme si evolvono, abbiamo preparato una polenta 2.0, ossia cotta al microonde con le istruzioni della prof di matematica (di cui ho già detto).


Come si cuoce la polenta a microonde


Per 4 persone
300 grammi di polenta non istantanea. (Noi abbiamo utilizzato una farina di mais dell'oltrepo, regalo di Vanna, proveniente dal Molino Bruciamonti di Santa Maria della Versa - PV);
1,5 litri d'acqua quasi bollente e salata;
1 cucchiaino d'olio.
Far bollire l'acqua, ben salata, a parte. In una terrina che vada in micoonde versare l'acqua bollente e salata, emulsionarvi il cucchiaino d'olio e versarvi a pioggia, mescolando con una frusta, la farina di mais. Poi cuocere a microonde, prima 5 minuti a 800 watt, poi 13-15 minuti a 500 watt, coperta con i coperchi forati in plastica specifici per microonde. Mescolare nuovamente per amalgamare meglio il composto e servire. Questa tecnica fa diventare quasi istantanea una polenta che altrimenti avrebbe richiesto 40 minuti di fuoco e gomito. Se non l'avessi vista (e assaggiata), non ci avrei creduto.
Tra pentola a pressione e microonde, devo ammettere che in fondo mia mamma è più smart di me... Se va avanti così, c'è solo da sperare che non si apra un profilo su feisbuc.

2 commenti:

  1. buono il brasato, il piatto forte, per quello che mi riguarda, della mia nonna :)

    e concordo anche sulla dispersione delle ceneri, odio i cimiteri e mi sento stupida ogni volta che ci vado

    le persone a cui ho voluto bene e che non ci sono più le ricordo tutti i giorni nei miei pensieri, non serve una lapide una volta all'anno...

    brava!!

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  2. Che buono questo piatto.
    Scusami se ti rispondo solo ora, ma sono stata un pò assente.
    Per pelare le castagne purtroppo i metodi sono tutti un pò meno laboriosi.
    Io le sbuccio e le metto a cuocere fino a che non diventano morbide. Poi passo alla parte più antipatica che è quella di privarle della pellicina interna e passarle allo schiacciapate. Una mia zia le congela senza passarle allo schiacciapatate perchè poi congelando/scongelando si sfarinano da se. Un'amica di mia madre invece, mette a cuocere le castagne intere, anche con la buccia esterna, poi, una volta cotte, le incide e le schiaccia per farne uscire la polpa; dice che fa prima. Questo è un metodo che non ho mai usato, sicuramente più veloce ma credo perdi molto prodotto.
    Un abbraccio e buona domenica.

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