mercoledì 28 luglio 2010

Sul furto d'identità calcistica

Dopo il furto dei simboli, mi chiedo con che faccia potranno ancora ridere sotto i baffi, i tifosi della diga, quando sentiranno le tifoserie avversarie dell'hellas urlare:

Scendi dalla scala
è finito il medioevo
adesso sei soltanto
in provincia del Chievo

Non sono né tifosa né amante del calcio; tuttavia, se fossi messa nella condizione di dover scegliere una squadra veronese per cui simpatizzare non avrei dubbi: la mia preferenza andrebbe alla squadra della diga. Andrebbe al Chievo esattamente come il mio voto - da qualche anno - va ad alcuni: per esclusione e con l'amaro gusto di far dispetto agli altri.
Non sopporto l'hellas, la sua tifoseria diseducativa e razzista, l'atteggiamento ancor più diseducativo e tollerante, se non ammiccante, che la pubblica amministrazione tiene - sindaco in testa - rispetto alla squadra e ai comportamenti talvolta inqualificabili dei suoi supporters.
Non dimentico che episodi quali piazza viviani e corticella leoni sono legati alla tifoseria e ai simboli dell'hellas da una sottile linea, ancorché tratteggiata.
Al contrario, vedo il Chievo come un esempio di serietà, di buoni valori, di disciplina sportiva e calcio per famiglie.
Per questo - da una posizione che è del tutto fuori dai giochi - mi permetto di dire che il Chievo non ha bisogno né di scale né di cangrande. Ha le carte per distinguersi e dovrebbe far di tutto per farlo.

Meglio un asino che voli di una scala a pioli.

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