domenica 19 giugno 2011
I sambuusi dell'altra Amélie
Per raccontare del piatto nella foto, la prendo un po' larga, ma ci arrivo. Perché quello nella foto non è un piatto, è una storia.
Ieri, mentre preparavo il risotto, pare mi fossi persa nei pensieri, con una mano immersa nel barattolo del riso. Sono stata "svegliata" da una voce che mi canzonava: "cosa fai ? come Amélie con i legumi ?" Ed è lì che ho messo a fuoco coincidenze e riflessioni.
Le coincidenze
Elementi del film Amélie, a cominciare dalla mano immersa, mi sono inciampati tra i piedi negli ultimi giorni. Sabato 11 giugno la mia amica Sara che rompeva con il cucchiaino la calotta della creme bruleée; domenica 12 le ciliegie attaccate a due a due e la voglia di appenderle all'orecchio come da bambina; lunedì 13 la musica di Yann Tiersen usata in apertura per un evento a teatro...
La riflessione
Spesso, nella mia vita di quartiere e non solo, fa capolino lo spirito di contaglio con le creature buone - e di giustizia contro quelle quelle cattive - che animava Amélie Poulain.
A volte mi sembra di vivere nel favoloso mondo di Amélie. E di essere Amélie. Certo, Porta Vescovo non ha il fascino della collina di Montmartre, Verona non è Parigi e Graziano è un fruttivendolo simpatico, al contrario di Collignon...
E' in questa mia vita di piccoli gesti e contaminazioni umane e urbane che ho incontrato, nel corso della settimana, una dolcissima ragazza somala, mia coetanea, dal sorriso vivace e lo sguardo acuto. Ci siamo conosciute al bar di una comune amica. Mi ha raccontato la sua storia e mi ha parlato della cucina del suo paese.
La storia
Due giorni dopo mi ha telefonato e mi ha dato appuntamento al bar, portandomi un vassoio colmo di sambuusi, il piatto di cui mi aveva parlato. E' la versione somala dei samosa indiani, caratterizzati da un ripieno di carne asciutto e saporito. Li ha fatti con pasta fillo fatta in casa (un mito già solo per questo), macinato di carne, cipolle e spezie, in variante non piccante ossia senza peperoncino. Erano stratosferici. Al di là della qualità della preparazione (nella foto), è stato il gesto, a saziarmi. E' stato bello incontrare un'altra Amélie.
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