sabato 29 ottobre 2011
Culurgiones continentali
Quando, cinque anni fa in Ogliastra, ho assaggiato per la prima volta i culurgiones fatti in casa dalle mani di una signora di Lotzorai, ho trovato questo raviolo sardo semplicemente favoloso, sia per la fattura che per i profumi che sapeva sprigionare. Un piatto semplice, se ne si considerano le materie prime, eppure così regale nell'esito. E comunque, non avrei mai pensato allora di poterli realizzare in casa. Oggi invece, complici gli aiuti che vengono dal web e una recente nonché fugace trasferta in Sardegna che ha acuito la voglia di culurgiones... eccomi per la prima volta alle prese con una specialità regionale molto distante dalle terre che abito.
Cosa serve e come ho fatto
Per la pasta:
300 gr farina di semola di grano duro
150 ml acqua
5 gr olio
5 gr sale
Per il ripieno:
800 gr patate
300 gr pecorino fresco
30 gr olio EVO
1/2 spicchio d'aglio
10 foglie di menta
In sintesi, il procedimento prevede per la sfoglia un impasto con farina di grano duro, acqua, sale e olio. Non avendo macchinette tipo nonna papera, l'ho tirata a mano. Serve un po' di sciroppo di gomito... ma si può fare !
Per il ripieno, ho cotto a vapore le patate. Una volta fredde, le ho frullate con pecorino grattugiato, olio, sale, aglio e menta.
Infine ho tagliato la pasta con un coppapasta e ho affrontato l'impegnativa chiusura a spiga, seguendo un video tutorial su you tube. Il tutto con risultati probabilmente inguardabili con occhi sardi, tuttavia moderatamente dignitosi da una prospettiva continental-padana.
Dopo la cottura in abbondante acqua salata (lasciar bollire ancora qualche minuto da quando vengono a galla), vanno conditi con un sugo semplice: pomodoro, cipolla e basilico. Altro pecorino a spolvero.
Due precisazioni mi sento di fare: il coppapasta deve essere da 8cm, non più piccolo; inoltre la farina di semola di grano duro deve essere proprio farina (non semola rimacinata).
Le fonti on line
Per la ricetta, non sono stata certo a reinventare la ruota, ma l'ho presa da un contributo pubblicato sul sito Contempora: lo trovate a questo link (con le dosi indicate, ne vengono circa 50).
Per la chiusura, anche qui aiuta il web: ho copiato quanto mostra questo video su you tube.
Dedico questo post a tutti gli amici e colleghi originari di quella splendida isola: "i Pistis" trapiantati in Veneto (Antonio, Gigi, e Gianni), e quelli che hanno la fortuna di vedere il mare aprendo le finestre (Daniela, Domenico e Silvia, nonché Andrea e Paolo).
Più che il post... dedico loro lo spirito con cui ho cercato di cimentarmi in una specialità ogliastrina che richiede mano e forse un po' di quel DNA. Con il mio corredo genetico da pianura padana, il manifacturing ha ancora margini di miglioramento. Ma apprezziate il pensiero...
Con questa ricetta conterei di partecipare al contest dedicato alla pasta fatta in casa, per il compleanno di Fusilli al tegamino, il blog di Natalia
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i miei complimenti per il blog e, da sarda, per i culetti! veramente ben riusciti ^_^
RispondiEliminaBellissima ricetta, non la conoscevo ma questi ravioli sono davvero belli!
RispondiEliminaNon sono riuscita a trovare i tuoi lettori fissi, non mi compaiono sulla home page.
Grazie per la tua partecipazione ed in bocca al lupo per il contest.
@ Buccia: Ti dirò, saranno almeno almeno vent'anni che nessuno mi fa più i complimenti per il culetto ;) - scherzi a parte, complimenti a te, per il tuo blog !
RispondiElimina@ Natalia: grazie, sono anche strabuoni, provali ! PS - I lettori fissi non compaiono in quanto non statisticamente significativi...