domenica 4 dicembre 2011
Il pollo caramellato e il maestro Tatsumoto
Da giorni sentivo una certa voglia d'oriente, che mi ha portata a rivisitare, caramellandola, la classica fettina di pollo che mi aspettava per pranzo.
Cosa serve, per due:
300 grammi di fagiolini
400 grammi di petto di pollo (ho usato le fettine già pronte)
4 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di salsa worchester Lea Perrins
1 cucchiaio di miele d'acacia
4 cucchiai di olio evo
sale
pepe
coriandolo in polvere
peperoncino
2 spicchi d'aglio
Come ho fatto:
Ho pulito, spuntato e tagliato a metà i fagiolini e li ho precotti a vapore per 15 minuti, poi li ho tamponati e ripassati due minuti in una padella con un cucchiaio d'olio caldissimo e uno spicchio d'aglio in camicia, perché risultassero croccanti all'esterno.
Nel frattempo ho tagliato il petto di pollo a striscioline e l'ho infarinato leggermente.
In un wok ho amalgamato l'olio, la salsa di soia, la worchester sauce, il miele d'acacia, sale, coriandolo e pepe. Ho aggiunto uno spicchio d'aglio e peperoncino e ho scaldato il tutto. Quando il fondo di cottura ha cominciato a schiumare, ho aggiunto il pollo e l'ho fatto cuocere 10/12 minuti, mescolando continuamente per farlo ben caramellare. Dopo questo tempo, a cottura quasi ultimata, ho aggiunto i fagiolini già ripassati e ho amalgamato il tutto scuotendo il wok a fiamma alta per due minuti.
Ma da dove arriva questa voglia d'oriente, di yakitori, che mi ha portato a una versione estemporanea e orientaleggiante della fettina di pollo ?
Credo che sia uno strascico del recente corso a cui ho preso parte. Ho infatti ricevuto da D. un tanto inatteso quanto stupendo regalo: venerdì scorso mi ha invitata con lei al corso di sushi organizzato da Tad & Dans, tenuto dal maestro Tatsumoto.
Un maestro divertente e saggio, che, aprendo le danze, esibisce orgogliosamente il suo passaporto giapponese e fa volare le ore accompagnandoti nella preparazione di sushi e sashimi. Abbiamo preparato maki, uramaki e nigiri, mentre in chiusura Tatsumoto ci mostra la realizzazione di un conetto temaki.
Non si può certo dire sia una lavorazione semplice, specie per noi principianti.
Ero certa che per me non sarebbe stato un "buona la prima"... Sono poco paziente, poco accurata e, diciamolo, un po' pasticciona. Tuttavia la sensazione di aver realizzato da sola, ancorché rozzamente, questi piccoli rolls è stata gradevole.
Nonostante dal corso si portino a casa competenze e stuoietta, non è affatto detto che io trovi il coraggio di cimentarmi di nuovo in questa avventura in autonomia. Una cosa è certa: consapevole del lavoro a monte, il costo del take away mi sembra già più ragionevole !
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Uh! Un mini corso di cucina giapponese? Caspita, hai tutta la mia ammirazione. Io mangerei sashimi tutti i giorni ma non ho ancora avuto il coraggio di cimentarmi con stuoiette, riso e pesce crudo... Capisco la riflessione sul take-away (e complimenti per il blog, mi piace molto).
RispondiEliminaavevo sentito di questa avventura ed aspettavo il tuo racconto e anche di assaggiare gli yakitori? ;)
RispondiEliminaPer una profana come me, "maki, uramaki e nigiri" sono gli ingredienti di una pozione magica...ma forse è proprio così.
RispondiEliminaMi piace il tuo blog, complimenti.
@ Roberta e Valeria - Grazie di essere passate di qui, avete due blog bellissimi. Un abbraccio e buone feste !
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