sabato 25 giugno 2011

Il Cimbro: un tesoro a chilometri zero

Pungolata dall'invito del blog al cibo commestibile a interpretare e condividere il tema formaggi pubblicato in questo post, ho pensato a una proposta conn un formaggio a chilometri zero, il formaggio cimbro. E' un formaggio vaccino stagionato della Lessinia, figlio della produzione casearia locale, difficilmente reperibile al di fuori di Verona e zone limitrofe. Mi piace perché è saporito e mai uguale a se stesso.



Comprato il cimbro, che cucinare ? Un flan, una fondutina, tortelli... Tempo poco, idee troppe, ho scelto di non far nulla. E spiego perché.
Qualche mese orsono, un esperto di olio conosciuto a Perugia durante una degustazione ci sfidò a riflettere su un tema chiave, quello della qualità dell'elemento base, dell'ingrediente. Se la pasta è di altissima qualità, l'olio una dop eccezionale e il formaggio altrettanto curato, quale piatto migliore di una "pasta in bianco" ? Abbiamo mai provato a prepararne una come dio comanda e a concentrarci sul suo gusto, sui suoi sapori ? Forse al supermercato compriamo la migliore disponibile, ma pensiamo alla differenza con un sacchetto di pasta-pasta (che so, Setaro, per citare una marca che a me piace...): non possiamo davvero spendere 40 centesimi a piatto per una trafila che può fare la differenza ?



Sulla base di questi stimoli provo ad allestire una semplice ma al gusto per nulla banale pasta in bianco. Due foglie di menta, olio di cultivar grignano e una grattata di formaggio cimbro.

3 commenti:

  1. Io questo nn lo conosco, ma ho amci a verona e chiederò certo la loro intercessione x assaggiarlo :))

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  2. Ti sei lasciata tentare dal mercatino del sabato?! Brava!
    E ci credo che il piatto sia stato buonissimo.
    La massima culinaria di mio padre: "metti insieme dei buoni prodotti e sicuramente altrettanto buono sarà il risultato".

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